Negli ultimi anni, il numero di contratti di fornitura di energia elettrica e gas attivati senza il consenso del cliente è cresciuto in modo preoccupante. In questo articolo scoprirai come funzionano le truffe nei contratti di energia e gas e quali sono i tuoi diritti e come annullare un contratto non richiesto.
Secondo ARERA, negli ultimi tre anni sono stati registrati più di 11.000 reclami ufficiali per contratti non richiesti, mentre indagini di settore stimano che circa 4 milioni di italiani siano stati vittime di truffe energetiche.
Molti consumatori si ritrovano improvvisamente con un nuovo fornitore di energia senza aver mai firmato nulla, o addirittura con la fornitura sospesa senza preavviso.
Queste attivazioni possono essere contestate e annullate, e in alcuni casi è possibile ottenere il ripristino del contratto precedente senza pagare nulla.
Cosa si intende per contratti truffa o non richiesti?
Si definisce contratto non richiesto un contratto attivato senza il consenso esplicito del cliente, spesso tramite pratiche commerciali scorrette o addirittura firme false.
Le principali modalità con cui avvengono queste truffe sono:
- Chiamate telefoniche ingannevoli: ti fanno credere che si tratti di una semplice “verifica”, ma in realtà registrano il tuo consenso come accettazione del contratto
- Firme false su contratti cartacei: qualcuno falsifica la tua firma e attiva un contratto a tuo nome.
- Porta a porta aggressivo: venditori insistenti che fanno firmare documenti poco chiari senza spiegare le reali conseguenze.
Come difendersi da un contratto non richiesto?
Se hai scoperto che il tuo contratto di luce o gas è stato attivato senza il tuo consenso, devi immediatamente inviare un reclamo al nuovo fornitore indicando il tuo nome, codice POD/PDR (lo trovi sulla bolletta) e contesta l’attivazione del contratto, richiedendone l’annullamento immediato.
Per inviarlo ti consigliamo sempre di utilizzare dei metodi tracciabili, come l’invio tramite:
- PEC (Posta Elettronica Certificata)
- Raccomandata A/R
- Fax con ricevuta di trasmissione
Importante: Il fornitore ha 30 giorni di tempo per rispondere, pena il riconoscimento di un indennizzo. Nel mentre se non risponde entro 40 giorni o la risposta ricevuta non è soddisfacente, puoi avviare un tentativo di conciliazione obbligatoria.
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